La Storia

Osasio è un Comune di 861 abitanti, appartiene alla Provincia di Torino e dista dal capoluogo circa 30 chilometri. Confina con i Comuni di Pancalieri, Virle Piemonte, Lombriasco e Carignano. Ha una superficie di 4,5 chilometri quadrati e sorge a 241 metri s.l.m.

Le notizie più antiche riguardanti Osasio, in origine noto come Olsazio, risalgono ai secoli XI e XII, quando fu feudo della Sacra di San Michele in Val Susa. Si trova pressoché al confine tra le province di Torino e di Cuneo: allora era collocato al margine tra i possedimenti dei Conti di Savoia e il Marchesato di Saluzzo. Il Po rappresentava la linea di demarcazione tra i due stati. Intorno alla metà del Duecento, quando il Conte di Savoia fu feudatario del comune di Asti per i territori in prossimità del Po, compresi tra Vigone e Carignano, Osasio appartenne alla famiglia astigiana dei Bolla. In questo periodo i passaggi di proprietà del territorio osasiese si inseriscono nel quadro delle lotte tra i Savoia e il comune di Asti. Probabilmente, fu in seguito alla pace stipulata nel 1265 fra il conte Pietro II e gli astigiani, quando Carignano ritornò sabauda, che Osasio diventò feudo della famigia carignanese dei Provana, fedeli vassalli di casa Savoia. Dal 1295, Osasio fu parte del Feudo di Filippo di Savoia, futuro Principe d'Acaja, che comprendeva una vasta zona del Piemonte a sud di Torino e alla sinistra del Po. Nella prima metà del XV secolo il territorio osasiese era ancora prevalentemente paludoso e Ludovico d'Acaja, divenutone tenutario, affidò i terreni a ventiquattro famiglie con l'obbligo di bonificarle e di sfruttarne il raccolto in cambio di 300 ducati d'oro. Tale contratto, ancora conservato nell'archivio comunale, risale al 17 marzo 1440 ed è considerato l'atto di nascita del comune di Osasio. Tra gli assegnatari di appezzamenti si trovano i nomi Accastello, Serassio, Oberto, Grella, Cerutti, Ferrero, Rossi, famiglie i cui discendenti ancora oggi vivono nel paese. Nel corso dell'Ottocento, il territorio osasiese passò per via di discendenza femminile ai conti Verrua, dai quali lo acquistarono in seguito i marchesi Amoretti di Envie.

A partire dal 1928, per diciotto anni durante il regime fascista, Osasio dipese dal vicino comune di Pancalieri; dal 1946 è tornato ad essere un comune autonomo.

Il Territorio

Le fertili terre che circondano Osasio sono percorse da due corsi d'acque, le "bealere" Angiale e Chisone. L'Angiale, le cui sorgenti sono site nella zona a sud di Vigone, nel territorio di Carignano prenderà il nome di Rivo Vuotasacca e sfocerà nel Po, così come il Chisone. Nel 1455, durante le opere di bonifica del territorio, Ludovico d'Acaja fece scavare il canale della Pancalera, alimentato dalle acque dell'Angiale. Queste canalizzazioni sono ancora fornite di interessanti opere idrauliche, che regolano il deflusso delle acque, realizzate con elementi in pietra e in muratura: chiuse (saraie) e partitori (spartiai). L'Angiale, viene chiamato dagli osasiesi Bialera del Mulin, poiché la sua acqua era sfruttata per il funzionamento di un mulino sito in località Borgonuovo e attivo fino alla metà degli anni '50. Il centro del paese è costituito dall'elegante piazza Castello, così denominata perché, secondo una tradizione orale non comprovata da notizie documentarie certe, sul suo sito sorgeva il distrutto castello degli Acaia. In quanto fulcro della vita comunitaria del paese, presenta un aspetto alquanto anomalo, raramente riscontrabile in altri centri urbani: è una vasta area verde, circondata da tigli. Tuttavia, proprio questo carattere peculiare ne costituisce il pregio. Intorno ad essa e nelle vie adiacenti, si possono trovare diverse ville sei-settecentesche perfettamente restaurate. Alcune tra le principali vie del paese portano i nomi delle famiglie che hanno scritto la storia di Osasio, quali i Breme, i conti Verrua e i principi D'Acaja. Nei primi anni del XXI secolo è stata intitolata una nuova via a don Bartolomeo Sandri, che per cinquant'anni ha prestato servizio nella locale chiesa parrocchiale.